sabato 11 luglio 2015

Contro le menzogne sulla geotermia nei Campi Flegrei

Conferenza del prof. De Natale a Pozzuoli, Associazione
per il Meridionalismo Democratico , 8 luglio 2015
Giuseppe De Natale
Direttore dell'Osservatorio Vesuviano


Questa storia degli impianti geotermici di Scarfoglio e di Ischia sta alimentando esagerazioni che rischiano di trasformarla in una barzelletta. Premetto che un mio collega geologo ha giustamente commentato dicendo che i geologi americani dell'impianto geotermico di “The Geysers”, il più grande al Mondo con una produzione vicina ad 1 GWe, quando gli ha raccontato di quello che sta succedendo qui per degli impiantini da 5 MW, ridevano. The Geysers è l'area più attiva della caldera più grande e più pericolosa al Mondo: Yellowstone, che 600.000 anni fa generò un'eruzione che produsse una catastrofe globale, cancellando gran parte delle specie viventi di allora. L'area dove sorge la centrale (in realtà, cito a memoria, sono 14, con 350 pozzi) è caratterizzata da emissioni di vapore bollente gigantesche, enormemente più grandi delle fumarole di Solfatara e Pisciarelli. Se fosse vero ciò che strillano alcune persone, si dovrebbe creare un movimento mondiale di milioni di persone che chiedono la chiusura di quegli impianti (in opera da più di 50 anni), che possono causare con buona probabilità l'estinzione della specie umana.

Io penso che bisognerebbe evitare di dire enormità di questo genere. E non voglio parlare in particolare dei Progetti in valutazione oggi, per i quali non ho alcun interesse specifico e che dovranno essere giustamente valutati con tutti i pro e i contro. Ma la verità è che, indipendentemente da possibili problemi specifici, gli impianti pilota (come definiti dalla Legge del 2010) hanno un impatto ambientale bassissimo, sicuramente minore di molti altri sistemi di produzione energetica, e sono estremamente consoni alla natura “geotermica” delle nostre aree. Per le sue caratteristiche vulcaniche, tutta l'area Napoletana potrebbe essere completamente riscaldata (e forse in gran parte elettrificata) con l'uso della geotermia, magari in combinazione con il solare e le biomasse vegetali. Significherebbe sottrarsi al ricatto economico e politico dei combustibili fossili, veder fiorire l'economia della nostra Terra. Purtroppo, continuando a farci male da soli, perderemo ogni occasione di valorizzare l'altra faccia, quella positiva, del nostro territorio vulcanico. Il motivo del declino della nostra Terra, in tempi recenti, è stata la superficialità e la sostanziale irresponsabilità di buona parte delle classi Intellettuali e Dirigenti, che raramente sono riusciti a guardare più in là del proprio naso e delle proprie beghe.

C'è chi disserta allegramente di “terremoti” che sarebbero indotti dall'attività geotermica ad Ischia e a Scarfoglio. Persone che magari non si sono mai occupate specificamente di sismologia; io, al contrario, sono un sismologo prima che un vulcanologo. Ho partecipato, come Responsabile INGV, a numerosi progetti sismologici internazionali, tra cui un grande progetto europeo, denominato 'GEISER', specificamente rivolto allo studio ed alla mitigazione della sismicità indotta dalle attività umane. Su questo tema, sono stato ascoltato dalle Commissioni riunite Ambiente ed Attività Produttive della Camera dei deputati che, a fronte di alcuni documenti di gruppi parlamentari estremamente critici o diffidenti verso la geotermia, hanno poi invece deliberato, ALL'UNANIMITÀ (quindi da M5S a Forza Italia e Lega), un documento che impegna il Governo a favorire in ogni modo lo sviluppo della Geotermia in Italia, riconoscendogli un ruolo altamente strategico ed un impatto (con le nuove tecnologie) estremamente basso. Però una traccia c'è, perché anche una persona a digiuno di geofisica possa capire chi magari non è proprio in buona fede: non dimentichiamo che alcune persone che oggi predicono disastri predissero gli stessi disastri per il nostro esperimento CFDDP (ndr: Campi Flegrei Deep Drilling Project), che non comportava alcun prelievo né re-iniezione di fluido; molti di quelli che oggi predicono disastri, all'epoca dei pozzi geotermici dell'ENEL (anni '80) erano già affermati docenti universitari, e non versarono una goccia d'inchiostro per denunciare "trivellazioni" e prove geotermiche che comportavano pompaggi e prelievi in pozzi di più di 3 km per impianti di grande taglia. Oggi, di fronte a pozzi di 100-1000 metri, e ad impianti di piccolissima taglia con tecnologie infinitamente meno invasive, si predice la fine del Mondo!